Published online by Cambridge University Press: 17 July 2018
Le più recenti direzioni di ricerca nell'ambito dell'analisi delle politiche pubbliche rivelano un interesse sempre più marcato verso lo studio delle componenti cognitive del fenomeno politico: le idee e gli assunti normativi che informano l'azione dei decisori pubblici1. Un'ampia letteratura, di prevalente origine anglosassone, si è sviluppata intorno al concetto di policy learning, inteso come processo di revisione degli obiettivi e degli strumenti contenuti nei programmi pubblici, nonché delle premesse di valore a cui essi rimandano, in risposta agli errori cumulati nell'esperienza passata, all'acquisizione di nuove informazioni e all'innescarsi di logiche imitative. Più in dettaglio, si individuano tre tematiche salienti intorno alle quali pare meritorio interrogare questa letteratura: la possibilità di spiegare il cambiamento nelle politiche pubbliche accostando alle variabili strutturali, prevalentemente riconducibili alla fenomenologia del potere e del conflitto, le dimensioni cognitive da cui esse non possono prescindere; il riconoscimento della rilevanza della conoscenza e della circolazione delle idee non solo come fonti di innovazione, ma come frames entro cui la formulazione stessa dei problemi di policy, la loro salienza e la loro trattabilità vengono costruite socialmente; l'accettazione dell'indeterminatezza causale e dell'ambiguità strutturale nella descrizione (e spiegazione) del rapporto tra attori, problemi e soluzioni.
This essay examines and classifies the theories on Policy Learning and Policy Change, a recent expansion of policy analysis. Reviewing the works of Heclo up through those of post-modern policy analists, five main approaches are outlined. They can be placed in a spectrum whose extremes are based on two contrasting images of learning: evaluation-oriented learning and knowledge-oriented learning. Included in the first group are authors who focus on instrumental and prescriptive definitions of learning, where corrections of past mistakes in policy implemention are considered possible. The evaluation of the consequences of policy processes and of mismatches between expected outcomes and effective results becomes here a priority. In contrast, authors in the second group make reference to models founded on a cognitive and epistemic notion of learning, that is, learning as a knowledge generating process. The spill over of new ideas provokes substantial shifts in the institutional context, giving rise to continuous experimentation of new programmes.
The main thesis of the paper is that the analysis of learning processes and of cognitive factors embedded in the political strategies has an influencial impact on the debates over the determinants of policy change. It allows us to both discover new variables with which to describe the evolutionary development of policies, and to show how the introduction of new programmes is constantly filtered through individuals’ perceptions and interpretations.