Article contents
Community mental health service's monitoring by the local informative system. The results of first year implementation
Published online by Cambridge University Press: 11 October 2011
Summary
Aims — Monitoring of a community mental health service is presented, aimed at describing patients' demographic and clinical characteristics, pathways to care and decision—making process for the first contacts, distribution of interventions according to diagnoses, patterns of service utilization, and finally variables associated with intensity and duration of care, testing the hypothesis that high and long—term users are the most disadvantaged patients with regard to social and clinical variables. Design — Observational study, based upon first year implementation of the local informative system. Setting — Community Mental Health Service, San Giorgio di Piano, Bologna, Italy. Main outcome measures — The relative risk of being a high long—term user was computed for some socio—demographic and clinical variables against the reference category, i.e. the most favoured group. Confounding effects between social and clinical variables were controlled using stratified analysis. Results — Crude rates are presented for one—day prevalence (635.4/100.000 adult inhabitants) and one—year prevalence (1314.1/100.000). Among patients in contact with service at census day schizophrenic— type psychoses are prevailing, while patients coming for treatment in 1993 have more frequently organic psychoses and neurotic disorders. After the first contact 50% of patients are not taken in care; decision seems to be based on diagnosis and not connected with past psychiatric history or socio—demographic characteristics. Forty—nine per cent of outpatient care is delivered to 20% schizophrenic—type psychoses; moreover, this group of patients is seen to receive a wider range of interventions. Inpatient care is rare even for the most serious diagnoses; the global ratio between nonhospitalized and hospitalized users is 12.5 to 1. Factors significantly associated with long-term high user outcome are: being under 55 years old, unmarried status, living alone or without family, having functional psychosis, and having been long-term patient in 1992. Conclusions ‖ Consistently with the local guidelines for mental health care, service's resources are mainly devoted to most seriously ill patients. Evidence is shown for a strong community tenure and for a higher proportion of long-term users than in other Italian services. The hypothesis that high and long-term users are more disadvantaged is confirmed, even if no significant outcome difference is seen according to sex, educational level and occupational status.
Riassunto
Scopo - Sono presentati i dati di monitoraggio di un servizio psichiatrico territoriale, con l'intenzione di documentare le dimensioni e il profilo demografico e clinico dell'utenza, descrivere per le prime visite le modalita di accesso e di contatto, delineare la distribuzione degli interventi in relazione alle diagnosi, i patterns di utilizzazione del servizio e infine le variabili associate al ricorso continuativo e intenso alle cure, verificando l'ipotesi che i pazienti piu seguiti siano socialmente e clinicamente i più svantaggiati. Disegno - Studio osservazionale con i dati forniti dal primo anno di attivita del sistema informativo locale. Setting - Servizio di Salute Mentale dell'ex USL 25 Emilia Romagna, attualmente Distretto San Giorgio di Piano dell'Azienda-USL Bologna Nord. Principali misure utilizzate - È stato calcolato il rischio relativo di diventare un utente lungoassistito e alto utilizzatore per alcune variabili anagrafiche e clini-co-anamnestiche, rispetto alia categoria di riferimento; la possibility di fattori di confondimento o di interazioni tra variabili e stata controllata con l'analisi stratificata. Risultati - Sono presentati i tassi grezzi di prevalenza-un giorno (635.4/100.000 resident! adulti) e di prevalenza nell'anno (1314.1/100.000) per il 1993. Tra i pazienti in contatto al census-day prevalgono le psicosi schizofreniche e simili, tra le prime visite dell'anno invece le psicosi organiche e i disturbi nevrotici. Al termine della prima visita non viene preso in carico il 50% dei pazienti; la decisione sembra basata sulla diagnosi, a prescindere dai precedenti psichiatrici o da caratteristiche socio-demografiche. Il 20% di utenza con psicosi schizofreniche e simili assorbe il 49% degli interventi e usufruisce di un ventaglio di prestazioni più ampio e articolato delle altre categorie diagnostiche. Il ricorso ai ricoveri è scarso anche per le diagnosi più gravi, con un rapporto complessivo tra pazienti non ospedalizzati e ospedalizzati di 12.5 a 1. I fattori di rischio associati con l'esito di lungoassistiti e alti utilizzatori sono l'età inferiore a 55 anni, la condizione di celibe, il vivere soli o non in famiglia, la diagnosi di psicosi funzionale, la lungoassistenza nel 1992 e la lunga durata di presa in carico. Conclusioni - Coerentemente con i propri obiettivi programmatici il servizio destina le risorse soprattutto ai pazienti clinicamente piu gravi e mostra una forte proiezione territoriale; inoltre sembra accumulare una quota di lungoassistiti proporzionalmente maggiore di altri servizi italiani. L'ipotesi che i pazienti lungoassistiti e alti utilizzatori differiscano per maggiore gravita clinica e anamnestica e confermata, mentre tra le variabili demografiche non emergono differenze statisticamente significative a seconda del sesso, della scolarita e della condizione lavorativa.
Keywords
- Type
- Articles
- Information
- Copyright
- Copyright © Cambridge University Press 1996
References
BIBLIOGRAFIA
- 1
- Cited by